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Morro d’Alba. Entroterra della provincia di Ancona. Dieci chilometri dal mare Adriatico.

 

Il clima può essere severo, l’umidità accentua i fenomeni: molto caldo d’estate, nevicate abbondanti in inverno. Ma il territorio è baciato dal disegno irripetibile delle colline, che scendono al mare.

E la campagna è fertile, generosa, plasmabile come l’argilla di cui è fatta. Qui prospera il vitigno autoctono Lacrima di Morro d’Alba.

 

E qui la famiglia Lucchetti ha messo radici.

“Nonno Armando era un mezzadro e soprattutto un esperto innestatore. Gli aveva insegnato questo mestiere un vecchio qui del paese, proseguendo la tradizione che si tramandava da generazioni e generazioni. Allora era davvero un’arte, si innestavano alberi da frutto, gelsi e in marzo e aprile si innestavano anche le viti e tutti lo chiamavano quando avevano necessità. C’era da imparare da nonno, la maggior parte delle viti di Lacrima piantate sono state innestate da lui. Era molto abile e preciso e questa passione dai campi la portava anche in cantina.”

– Paolo Lucchetti

“La roccia sulla quale ho costruito la mia esistenza di contadino è questa famiglia che mi circonda. È stato mio babbo Armando ad insegnarmi che, senza una famiglia, per un uomo di campagna è difficile arrivare a grandi risultati. Fu proprio dalle radici di mio padre che io costruii le mie, piantate su una solida roccia. Ed è proprio questo che ho insegnato ai miei figli e che loro insegneranno ai nipoti”.

–  Mario Lucchetti

Nonno era un uomo molto dedito al suo lavoro, dapprima di mezzadro, poi esperto innestatore e coltivatore delle proprie terre.cFu il primo, lui, a crede in questo vitigno autoctono, selezionando e poi innestando con parsimonia e dedizione per ottenere la migliore qualità. Caparbio ed onesto nella sua passione, sempre attento e scrupoloso nelle sue viti. E’ con questo spirito che sono cresciuto in mezzo a questa vigna. Prima nonno poi babbo mi hanno trasmesso l’amore per questo mestiere di vignaiolo insegnandomi sin da piccolo a comprendere le mille sfumature che regolano questo meraviglioso habitat.  

Nonno era un uomo molto dedito al suo lavoro, dapprima di mezzadro, poi esperto innestatore e coltivatore delle proprie terre.cFu il primo, lui, a crede in questo vitigno autoctono, selezionando e poi innestando con parsimonia e dedizione per ottenere la migliore qualità. Caparbio ed onesto nella sua passione, sempre attento e scrupoloso nelle sue viti. E’ con questo spirito che sono cresciuto in mezzo a questa vigna. Prima nonno poi babbo mi hanno trasmesso l’amore per questo mestiere di vignaiolo insegnandomi sin da piccolo a comprendere le mille sfumature che regolano questo meraviglioso habitat.  

E’ fondamentale alimentare il terreno con la sostanza organica, la moderna agricoltura ci ha fatto dimenticare questo importante concetto, nutrendo le radici nelle quali ha sede il cervello della vite. È da qui che si deve ripartire.

“L’agricoltura non può non essere bio. Se no non è agricoltura.”                                                                                    Luigi Veronelli

E’ fondamentale alimentare il terreno con la sostanza organica, la moderna agricoltura ci ha fatto dimenticare questo importante concetto, nutrendo le radici nelle quali ha sede il cervello della vite. È da qui che si deve ripartire.

“L’agricoltura non può non essere bio. Se no non è agricoltura.”                                                                                    Luigi Veronelli

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